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Piano Nazionale per l’Edilizia Residenziale Pubblica: le proposte

Il tema dell’edilizia residenziale pubblica torna al centro del dibattito politico italiano con due proposte di legge presentate alla Camera dai deputati Agostino Santillo (M5S) e Marco Furfaro (PD). Entrambe le iniziative mirano a rafforzare l’offerta abitativa pubblica e sociale, prevedendo investimenti per la riqualificazione e la rigenerazione urbana, nonché misure fiscali per il recupero del patrimonio edilizio e incentivi per facilitare l’accesso alle locazioni abitative. Le proposte sono attualmente all’esame della Commissione Ambiente.

L’accesso all’abitazione rappresenta una questione sempre più critica per molte famiglie italiane, aggravata dall’aumento dei costi degli affitti e delle rate dei mutui. La crisi economica, la pandemia e il conflitto in Ucraina hanno reso il problema ancora più urgente, rendendo necessario un intervento strutturale. Secondo i dati, circa 2,5 milioni di famiglie italiane spendono oltre il 40% del proprio reddito per la casa, mentre 1,5 milioni vivono in condizioni di deprivazione abitativa.

La Proposta del M5S
Il Movimento 5 Stelle pone l’accento sull’urgenza di aumentare l’offerta di alloggi pubblici e prevede misure concrete per contrastare l’emergenza abitativa. I punti principali della proposta includono:
– Piano pluriennale da 1 miliardo di euro annui per incrementare l’edilizia residenziale pubblica e recuperare il patrimonio edilizio inutilizzato.
– ‘Programma Abita’, un piano nazionale di edilizia sociale con un finanziamento annuo di 3 miliardi di euro dal 2025 al 2040, finanziato attraverso una tassazione sugli extraprofitti delle imprese energetiche e delle banche.
– Agevolazioni fiscali per il recupero e l’efficientamento energetico degli alloggi pubblici, con incentivi specifici per infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici ed eliminazione delle barriere architettoniche.
– Creazione di una banca dati unitaria del patrimonio edilizio pubblico e privato inutilizzato, per favorire la riqualificazione e il riuso degli immobili.
– Istituzione di un Fondo di garanzia per la locazione, che permetta di agevolare l’accesso alla casa e tutelare gli inquilini in difficoltà economica.

La Proposta del PD
La proposta del Partito Democratico parte da un’analisi simile, sottolineando come l’inflazione e la crisi economica abbiano reso insostenibile il costo degli affitti e dei mutui per molte famiglie italiane. I punti chiave del disegno di legge del PD comprendono:
– Piano nazionale di edilizia residenziale pubblica, con un finanziamento di 1 miliardo di euro annui dal 2024 al 2031, volto all’aumento degli alloggi popolari e per studenti universitari.
– Incentivi per il riscatto a termine degli alloggi sociali, favorendo il passaggio dalla locazione alla proprietà.
– Rigenerazione urbana e riqualificazione del patrimonio edilizio dismesso, con un focus sulla sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica.
– Armonizzazione delle politiche abitative a livello nazionale, per superare le forti disparità regionali nella gestione degli alloggi popolari.

Due Approcci, Un Obiettivo Comune
Entrambe le proposte convergono sulla necessità di un intervento strutturale per affrontare la crisi abitativa. La proposta del M5S enfatizza l’importanza di un forte intervento pubblico, con finanziamenti diretti e una gestione centralizzata delle risorse, mentre quella del PD punta su politiche integrate che combinino edilizia pubblica, sociale e rigenerazione urbana. L’obiettivo comune è quello di garantire il diritto alla casa a un numero sempre maggiore di cittadini, attraverso strumenti innovativi e sostenibili.
L’iter legislativo delle due proposte sarà determinante per comprendere quali di queste misure potranno essere effettivamente attuate e con quali risorse. Il dibattito in Parlamento sarà dunque cruciale per delineare il futuro dell’edilizia residenziale pubblica in Italia.

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